L’employer branding strategy facendo parte del più vasto mondo del marketing muove dai medesimi principi.
Prendendo la definizione che Kotler assegna al marketing nella settima edizione del suo Marketing management – “il marketing è il processo sociale e manageriale mediante il quale una persona o un gruppo ottiene ciò che costituisce oggetto dei propri bisogni e desideri creando, offrendo e scambiando prodotti e valore con altri” – si ha la base concettuale dalla quale partire.
Tutto scaturisce dai bisogni. La soddisfazione dei bisogni è al centro anche dell’attività di employer branding.
Perciò anche nell’employer branding, per individuare e soddisfare i bisogni emergenti, occorre avere:
- Un processo di analisi, pianificazione, realizzazione e controllo
- Idee, beni e servizi
- Lo scambio
- La soddisfazione finale per tutte le parti coinvolte
In questo contesto i responsabili delle azioni di employer branding devono muoversi per prendere le decisioni, Come nel marketing tradizionale è possibile, quindi, parlare di marketing mix.
Nel momento in cui si parla di marketing mix occorre, però, trasferirlo nel mercato di appartenenza sul quale l’employer branding si focalizza.
Alla base si hanno le quattro “p” individuate da Kotler. A queste se ne aggiungono, poi, altre direttamente connesse all’employer branding.
Quindi:
Prodotto (Posto di lavoro)
Prezzo (Paga)
Punto di vendita (Posizionamento del/nel lavoro)
Promozione (Promozione del brand come employer)
Persone
Potere
Politica
Da ciò ne scaturisce la possibilità di effettuare campagne di employer branding concentrandosi su un componente del marketing mix in particolare o miscelandone più di uno.