Ogni comunicazione prevede un emittente che invia un messaggio e un ricevente. Questa attività si serve di un mezzo per permettere tale invio/ricezione e un codice/linguaggio comune ai due attori.
Schematizzando il processo al fine di aver chiari i passaggi che consentono la comunicazione si utilizza, in questa sede, il modello a nove elementi.
Emittente: colui che intende inviare il messaggio (spesso si tratta del committente e non di colui che materialmente invia il messaggio).
Codificazione: attività che converte il concetto in simbolo da inviare.
Modalità: il come viene inviato il messaggio. Questo può essere inviato in maniera diretta o indiretta. In questo elemento sono di importanza centrale i mezzi di comunicazione utilizzati.
Messaggio: l’insieme dei contenuti espressi in maniera simbolica.
Decodifica: il processo con cui il ricevente decodifica il messaggio assegnandogli un significato.
Ricevente: tutti coloro che ricevono il messaggio.
Risposta: reazione dei riceventi alla decodifica del messaggio.
Elaborazione: risposta alla reazione dei riceventi da parte dell’emittente.
Rumori di fondo: ogni interferenza che distorce il messaggio durante le varie fasi della comunicazione.
Dal modello emergono alcuni importanti argomenti che si propongono come pilastri di una corretta comunicazione e che dovranno essere trasferiti all’attività di employer branding.
Sintetizzando si nota come primo punto la necessità di tradurre l’obiettivo della comunicazione in un linguaggio che dia la possibilità al ricevente di decodificarlo e che ne attragga l’attenzione. Questo messaggio potrà essere diretto (quindi a voce) o indiretto (attraverso i media). Nel caso in cui si prospetti la comunicazione indiretta sarà fondamentale la scelta corretta dei media da utilizzare. L’errato media utilizzato è, spesso, causa del fallimento dei processi di comunicazione. Quindi, il mezzo di comunicazione dovrà prevedere tra i suoi utenti principali il pubblico a cui si intende indirizzare la comunicazione. A questo punto l’attenzione deve essere indirizzata sul messaggio che si invia. Qualora il codice sia corretto e i media pure ma il contenuto non attiri l’interesse del pubblico ricevente si otterrà una mancata risposta. Nella valutazione degli elementi della comunicazione è, poi, centrale il ricevente. Occorre sempre che il ricevente sia l’interlocutore adatto all’obiettivo del messaggio. In caso contrario il messaggio non verrà decodificato e, quindi, si interromperà la comunicazione. Per permettere che il messaggio sia trasferito nella sua completezza e non venga confuso con tutti gli altri stimoli, che quotidianamente affollano i media, occorrerà, infine, fare molta attenzione alla veste con cui si trasmette, alla gestione del codice e al timing. Una corretto processo di comunicazione si conclude con una risposta del pubblico che ne determina l’efficacia o meno.
Poiché l’ambiente di lavoro stimolante con un alto livello di innovazione e ricerca, la retribuzione adeguata , l’affidabilità e solidità aziendale, la possibilità di crescita professionale, la possibilità di carriera, il porre un’attenzione alla diversità e alla responsabilità sociale, oltre che il produrre prodotti e servizi di qualità, con una coerente politica dei prezzi, risultano elementi motivanti per i dipendenti, attraenti per i potenziali o aspiranti dipendenti e aumentano notevolmente l’appeal sui consumatori e sui pubblici istituzionali con i quali l’azienda si interfaccia, risulta evidente come i confini della comunicazione nell’employer branding siano molto vasti.
Trasferendo il tutto sulla disciplina dell’employer branding è necessario sottolineare che la comunicazione dovrà essere una somma delle tre diverse comunicazioni aziendali dato che gli obiettivi, i messaggi e i pubblici si sommano. Quindi, nell’employer branding sarà prevista:
la comunicazione di prodotto (propria della comunicazione commerciale) per evidenziarne le caratteristiche di qualità, di prezzo, di innovazione, di funzionalità, di estetica, etc… al fine di aumentare la notorietà e posizionarsi nella percezione del pubblico come leader di settore.
la comunicazione del brand aziendale (propria della comunicazione istituzionale) per far in modo di aumentare la percezione positiva dei valori immateriali che vengono trasferiti sull’azienda da parte del pubblico e contribuiscono a migliorare il senso di appartenenza ad una “comunità”.
la comunicazione verso i propri dipendenti (propria della comunicazione interna) finalizzata ad aumentarne la motivazione, a controllarne la retention e ad avvantaggiare la forma più efficace di contatto con il pubblico esterno, cioè il passaparola entusiasta di chi direttamente è impegnato alla produzione dei prodotti e dei servizi con soddisfazione e realizzazione.
Questa particolare caratteristica dell’employer branding aumenta la complessità della comunicazione. Infatti, è pressoché impossibile gestire l’invio di un messaggio composto da tre obiettivi differenti a tre pubblici differenti utilizzando contemporaneamente lo stesso codice, il medesimo media e tutto nello stesso invio.
Ecco, quindi, che l’employer branding richiede una stretta collaborazione tra le divisioni risorse umane, comunicazione e marketing per poter gestire al meglio il flusso e ottenere i risultati prefissati.Linguaggio ed Employer Branding.
Quando si parla di linguaggio si intende un insieme di codici.